Gli oli essenziali

Oli essenziali in bottiglia

Gli oli essenziali sono sostanze odorose estratte dalle piante aromatiche. Si definiscono essenziali perchè sono l’estratto delle varie parti della pianta non essiccata (droga fresca), di cui racchiudono l’aroma e il sapore. 

Secondo la Farmacopea Ufficiale, gli oli sono “miscele complesse di sostanze organiche volatili di costituzione chimica diversa, contenute nelle piante dalle quali vengono ricavate, mediante distillazione in corrente di vapore, estrazione con solventi o per mezzo di procedimenti meccanici idonei”.

La composizione e la qualità dell’olio essenziale variano in relazione al clima, al terreno in cui la pianta è coltivata, ai diversi metodi di estrazione utilizzati e al periodo in cui è raccolta la pianta. Si parla, infatti, di tempo balsamico, ossia il momento ottimale in cui è opportuno effettuare la raccolta della pianta perchè è nel periodo in cui contiene la massima quantità di principio attivo. Quindi, le stagioni ideali per raccogliere fiori e foglie saranno la primavera e l’estate, per frutti e semi l’estate e l’autunno, per le radici l’autunno e per il tronco l’inverno. 

L’importanza della parte di pianta usata

Fondamentale è identificare la parte della pianta utilizzata; infatti, nel caso dell’arancio amaro (citrus aurantium), gli oli essenziali che si possono ottenere hanno effetti diversi se vengono estratti dai fiori oppure dalle foglie; dai fiori si ricaverà l’olio essenziale di Neroli, con proprietà riequilibranti, e da foglie e rametti si avrà l’olio essenziale di Petitgrain, con proprietà calmanti.

Arancio amaro
Tre arance amare sul ramo con foglie

Altrettanto accade se la scorza viene trattata con metodologie diverse, perchè ne deriva un uso diverso dell’estratto; la sinefrina ottenuta dal frutto non maturo si utilizzerà negli integratori alimentari; mentre, dall’estratto acquoso (infuso) della scorza del frutto maturo, si ricaveranno tisane aromatizzanti dalle proprietà digestive.

Un pò di storia: dalle origini a oggi

L’uso degli oli essenziali ha radici nell’antichità. Primi utilizzi degli oli essenziali si riscontrano nel periodo Neolitico, quando venivano estratti dalla spremitura delle piante e utilizzati nei rituali. Gli Egizi se ne servivano nel processo di mummificazione per profumare il corpo dei defunti; i Greci e i Romani li utilizzavano per curare le ferite, per i massaggi e per i bagni aromatici, nel Medioevo si usavano per contrastare le epidemie. Nel XVII secolo, l’uso di estratti naturali lasciò spazio alle nuove scoperte di sostanze chimiche. Alla metà del ‘900, l’impiego di oli essenziali era limitato al campo profumiero, cosmetico e alimentare. 

Oli essenziali nell'antico egitto
Gli oli essenziali nell’antico egitto

Oggi sono largamente utilizzati in vari ambiti perché ricchi di importanti proprietà biologiche, che li rendono ottimi antibatterici e antimicrobici, e per la loro azione antiossidante, antinfiammatoria, antivirale, immunostimolante e cicatrizzante. L’olio essenziale di eucalipto, ad esempio, ha proprietà antisettiche, decongestionanti delle mucose nasali e fluidificanti del catarro; l’olio essenziale di lavanda è utile nel contrasto dei disturbi psicologici e da stress. 

I benefici

Per le loro caratteristiche e salutari proprietà, gli oli essenziali trovano impiego in molti settori, quali l’aromaterapia, che ne sfrutta le qualità naturali per un uso terapeutico, la cosmetica con la produzione di profumi, creme per il corpo o per i capelli, l’industria farmaceutica, il settore alimentare, dove vengono usati come conservanti, l’agricoltura, che li utilizza come erbicidi o antiparassitari; infine, sono utili anche per la profumazione degli ambienti nelle nostre case.

Gli oli essenziali di qualità, ossia puri, non devono essere alterati o miscelati con altre sostanze e devono essere certificati. L’etichetta sulla confezione deve riportare informazioni dettagliate riguardo al nome della pianta dalla quale sono stati estratti, la parte utilizzata e per quanto tempo il prodotto può essere usato dopo l’apertura (period after opening).

Il loro ruolo 

Gli oli essenziali svolgono varie funzioni: 

  • attraggono gli insetti impollinatori, responsabili del trasporto del polline da un fiore all’altro per la riproduzione della pianta; 
  • consentono la conservazione della specie: attraverso la pioggia gli oli essenziali penetrano nel terreno e impediscono a piante diverse di germogliare;  
  • costituiscono una difesa per la pianta contro gli erbivori e i microrganismi patogeni e dalle infezioni di parassiti, funghi e muffe; 
  • fungono da cicatrizzanti quando il tronco di un albero ha lesioni, prevenendo la perdita di linfa; 

Hanno una composizione chimica varia, a base di terpeni, fenoli, aldeidi, chetoni, esteri, eteri, epossidi e altre sostanze.

Le tecniche di estrazione 

I metodi di estrazione utilizzati si distinguono in convenzionali e innovativi. Tra i metodi convenzionali più utilizzati troviamo:

Primo piano dell'estrazione del profumo dei fiori di gelsomino con la tecnica dell'enfleurage
Primo piano dell’estrazione del profumo dei fiori di gelsomino con la tecnica dell’enfleurage
  • distillazione in corrente di vapore: è la tecnica estrattiva più utilizzata, da cui si ottiene l’essenza, dalla quale, poi, è possibile avere l’acqua aromatica. La pianta fresca frantumata viene appoggiata su una griglia posta all’interno di un alambicco, evitando il contatto con l’acqua sottostante, che viene portata a ebollizione; il vapore acqueo, salendo, attraversa la pianta, e trascina con sé l’essenza che viene poi raccolta in un contenitore e separata dall’acqua. Il vantaggio di questa tecnica è che permette di usare sia le parti tenere, sia le parti più legnose della pianta, come la corteccia. 
  • estrazione con solventi organici: consiste nel porre le parti delle piante all’interno di un solvente organico, macerandole; il solvente viene poi rimosso per evaporazione, per concentrare l’estratto;
  • spremitura a freddo: è un processo meccanico che si esegue a freddo, utilizzato per estrarre gli oli essenziali dalla scorza degli agrumi (limone, bergamotto, arancio, mandarino, pompelmo), molto ricca di oli essenziali. L’olio contenuto nelle ghiandole oleifere, che si rompono durante l’estrazione, è recuperato meccanicamente per centrifugazione. Altri metodi usati per l’estrazione degli oli essenziali dagli agrumi sono la punzonatura, che consiste nella rottura delle tasche oleifere presenti sulla loro buccia, e la pressatura;
  • enfleurage: tecnica estrattiva lunga e costosa, utilizzata per prelevare oli essenziali dai petali dei fiori e dalle parti molto tenere delle piante, che si danneggerebbero con il calore (gelsomino, tuberosa e fiori d’arancio). I fiori vengono poggiati tra due lastre di vetro, chiamate telai, ricoperte di grasso animale, per 24/48 ore; trascorso il tempo necessario, si tolgono i petali dei fiori che cedono al grasso il loro profumo e si ripete il processo con altri fiori, finchè il grasso non si satura di profumo. Finito l’enfleurage, si scioglie il grasso con alcool e filtrando il tutto si ottiene l’olio essenziale puro. 

La resa di questa tecnica è molto bassa, infatti sono necessari moltissimi fiori di gelsomino per ottenere un grammo di olio essenziale. 

I metodi innovativi, basati su nuove tecnologie (CO₂ supercritica, ultrasuoni, microonde), presentano numerosi vantaggi determinati dal ridotto uso di solventi e dai veloci tempi di estrazione e, per questo, aumentano la resa e migliorano la qualità dell’olio essenziale ottenuto. Tra questi ricordiamo:

  • estrazione con fluidi supercritici: i fluidi supercritici sono sostanze che si trovano a temperatura e a pressione superiore a quella critica, le cui proprietà sono in parte simili a quelle di un liquido e in parte simili a quelle di un gas. È uno dei metodi innovativi più comuni. Il solvente più utilizzato è l’anidride carbonica, che viene compressa e riscaldata per raggiungere lo stato supercritico. 
  • estrazione subcritica: i liquidi sono sfruttati utilizzando acqua e anidride carbonica allo stato subcritico e utilizzando temperature più basse.
  • estrazione assistita da ultrasuoni: la pianta viene immersa in acqua o altro solvente; l’azione degli ultrasuoni, per effetto meccanico di vibrazione delle pareti e delle membrane cellulari, favorisce il rilascio di oli essenziali dalla pianta.
  • estrazione assistita da microonde: presenta molte varianti quali l’estrazione a microonde senza solventi (SFME), l’idrodiffusione che utilizza le microonde e la gravità (MHG), la distillazione a vapore grazie alle microonde (MSD) e, infine, il metodo basato sulla diffusione del vapore a microonde (MSDF).
  • caduta di pressione controllata istantanea (DIC): le piante contenute in un distillatore con vapore acqueo sono poste sotto vuoto a pressione definita, per pochi secondi (fase di condizionamento). Quindi, il campione viene riportato molto rapidamente alla pressione atmosferica (fase di decompressione), provocando un fenomeno di auto-evaporazione che comporta l’estrazione dell’olio essenziale.
  • cavitazione idrodinamica: utilizza fenomeni analoghi a quelli innescati dagli ultrasuoni, ma prevede la circolazione di parti di piante in sola acqua e l’estrazione integrale di tutti i biocomposti, tra i quali gli oli essenziali. A volte, come nel caso delle bucce di agrumi, gli oli essenziali si ritrovano sotto forma di complesso insieme alla pectina e ai flavonoidi.

Vuoi saperne di più sui nostri prodotti e servizi? Contattaci per una consulenza o per iniziare a sviluppare il tuo integratore.