Cosa sono i botanicals?
Gli integratori alimentari contengono non solo principi nutritivi, ma anche “sostanze e preparati vegetali”, più comunemente conosciuti come botanicals, che includono piante e loro parti, o preparazioni a base di alghe, funghi, licheni. Si può, quindi, definire, botanical:
- un ingrediente vegetale, ovvero la droga vegetale, la pianta in toto o sue parti, in forma non trattata, generalmente essiccate;
- un preparato vegetale, ottenuto sottoponendo l’ingrediente vegetale a vari trattamenti (ad es. estrazione, distillazione, spremitura, frazionamento, purificazione, concentrazione, fermentazione, triturazione e polverizzazione).
In genere i prodotti a base di botanicals rilasciano molteplici effetti benefici sulla salute dell’individuo essendo composti da sostanze naturali. Rientrano in questa categoria anche i botanicals con effetti tonico-adattogeni, che contengono estratti di piante adattogene utilizzate, principalmente, per la loro capacità di aiutare l’organismo a ridurre lo stress, migliorando la resistenza fisica e mentale, la concentrazione, la memoria e a rinforzare il sistema immunitario.
La più nota tra le piante adattogene è il ginseng (panax ginseng), pianta che cresce spontanea in Cina e in Corea; nelle preparazioni si utilizza la radice, da cui se ne ricava l’estratto. Stimola le riserve di energia dell’organismo, migliora le funzioni cognitive e aiuta l’organismo a reagire a situazioni di stress mentale, fisico ed emotivo, che possono generare ansia, stanchezza e insonnia.
Altre piante adattogene conosciute sono:
- la rodiola (rhodiola crenulata), utile nei casi di affaticamento;
- l’estratto di griffonia (griffonia simplicifolia), ottenuto dai semi della pianta; essendo una fonte naturale di 5-idrossitriptofano, è molto utilizzato per combattere insonnia, stress e stati depressivi poiché in grado di aumentare i StreamingCommunitylivelli di serotonina, sostanza dalle proprietà calmanti;
- l’eleuterocco (eleuterocococcus senticosus), che rafforza il sistema immunitario;
- l’ashwagandha (whitania somnifera), pianta con proprietà antinffiammatorie e antiossidanti, nota anche come ginseng indiano;
- la maca (lepidium meyenii) che migliora la vitalità e supporta l’equilibrio ormonale.
Una buona attività è svolta anche dalle bacche di Goji (lycium barbarum), considerate un “super food” perchè in vari studi si è osservato che migliorano il benessere generale dell’organismo, le performance neurologiche e anche la funzionalità gastrica.
Molto apprezzati sono anche gli estratti di piante che contengono molecole antiossidanti, come:
- il mirtillo nero (vaccinium mirtillus), utile per la salute del microcircolo, della vista e per la regolarità del transito intestinale;
- la melissa (melissa officinalis), che contribuisce alla funzione digestiva e al benessere mentale grazie alle sue proprietà rilassanti;
- l’estratto di rosa canina (rosa canina l.) che svolge un’azione di sostegno e ricostituente.

La normativa
I prodotti contenenti botanicals devono rispondere alla normativa sulla sicurezza alimentare; gli OSA (operatori del settore alimentare), infatti, sono tenuti a monitorare gli effetti di tali prodotti anche dopo l’immissione sul mercato, così come accade per tutti gli integratori, comunicando al Ministero della Salute eventuali nuovi dati di cui siano venuti a conoscenza.
L’impiego di estratti e preparati vegetali (botanicals) negli integratori alimentari è attualmente disciplinato dal d.m. 10 agosto 2018 (Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali). L’allegato 1 del d.m. riporta l’elenco delle sostanze e dei preparati vegetali ammessi negli integratori, mentre l’allegato 2 fornisce indicazioni sulla documentazione da predisporre e le procedure da seguire per l’uso dei botanicals negli integratori alimentari, in riferimento alla loro natura, al processo produttivo e al prodotto finito che si ottiene. L’elenco è applicabile solo alle piante o parti di piante e loro derivati, che abbiano una storia di consumo alimentare significativo prima del 1997.
Quindi, sostanze, preparati ed estratti ottenuti dalle piante elencate ma privi della storia di consumo citata, si configurano come novel foods ai sensi del regolamento (Ue) 2015/2283 e, pertanto, non sono impiegabili senza la preventiva autorizzazione dell’Unione europea.
Ulteriori modifiche all’allegato 1 d.m. 2018 sono state apportate dal Ministero con decreto del 2022 e, nel 2023, l’allegato è stato oggetto di nuova modifica. (www.salute.gov.it)
I novel foods
Ricadono sotto il nome di novel foods – nuovi alimenti o nuovi ingredienti alimentari – ai sensi del regolamento UE 2015/2283, tutti quei prodotti e sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo “significativo” prima del 15 maggio 1997 all’interno dell’Unione Europea (UE) e che, quindi, sono soggetti ad ottenere autorizzazione dall’Unione Europea per valutarne la sicurezza, prima dell’immissione in commercio.
La prima normativa che li ha disciplinati è stata il regolamento CE 258/1997, abrogato dal successivo, emanato nel 2015. Una delle novità introdotte da quest’ultimo regolamento è la centralità della richiesta di autorizzazione, che deve essere presentata alla Commissione europea tramite una procedura online, anzichè ad uno degli Stati membri come avveniva prima. Questa va effettuata secondo le linee guida predisposte dall’EFSA (European Food Safety Authority) e deve contenere i dati scientifici a supporto della sicurezza dell’alimento da autorizzare. Il novel food approvato viene poi inserito nella lista predisposta dall’Unione europea (Union list of novel foods).
L’autorizzazione mira a garantire che un nuovo alimento può essere immesso sul mercato se risponde a questi tre principi:
- non deve essere un rischio per i consumatori
- deve essere etichettato correttamente per non ingannare i consumatori
- se sostituisce un altro alimento, non deve differire in modo tale da essere inferiore per valore nutrizionale per il consumatore
Un’ulteriore novità apportata dal regolamento 2015/2283 (art. 4) è la “procedura di determinazione dello status di nuovo alimento”, a cui l’OSA può ricorrere quando non è sicuro che l’alimento che vuole commercializzare sia un novel food. Le fasi e le modalità della nuova procedura sono definite dal Regolamento (UE) 2018/456.
L’obiettivo della regolamentazione dei novel foods è quello di guidare l’innovazione in ambito alimentare per garantire la sicurezza e la salute dei consumatori che apprezzano il consumo di nuovi alimenti.
I novel foods possono essere alimenti innovativi di nuova concezione, alimenti prodotti utilizzando nuove tecnologie e nuovi processi di produzione, nonché alimenti che sono o sono stati tradizionalmente consumati al di fuori dell’Ue.
Tra i tantissimi prodotti alimentari troviamo nuove fonti di vitamina K (menachinone) o estratti da alimenti esistenti (olio di krill antartico ricco di fosfolipidi da Euphausia superba), prodotti agricoli provenienti da paesi terzi (semi di chia, succo di frutto del noni) o alimenti derivati da nuovi processi di produzione (alimenti trattati con raggi UV (latte, pane, funghi e lievito).
Gli insetti, in particolare i grilli
Si amplia la lista dei novel foods: dopo la locusta migratoria e le tarme della farina (tenebrio molitor), l’EFSA dà il via libera anche ai grilli in tavola.
Il regolamento Ue 2022/188 ha autorizzato in Europa la commercializzazione dei grilli come alimento, in forma congelata, essiccata e in polvere, mentre il regolamento Ue 2023/5 ne ha ammesso l’utilizzo in polvere parzialmente sgrassata. Il grillo domestico, Acheta domesticus, è l’unica specie del genere Acheta ad oggi approvata per il consumo umano in Europa, ai sensi del regolamento (Ue) 2022/188.
Da molti anni anche la FAO (Food and Agriculture Organization) spinge verso il consumo di insetti, sulla base del fatto che essi facciano già parte della dieta di oltre due miliardi di persone. E’ una scelta dettata dal voler indirizzare la popolazione verso un’alimentazione più sostenibile. In alcuni paesi, come la Cina o la Colombia, mangiare insetti è un’abitudine normale.
La polvere di grilli si distingue per il suo elevato contenuto proteico (circa 60%), un buon contenuto di micronutrienti e presenza di tutti gli aminoacidi essenziali. Con una buona quantità di acidi grassi insaturi, ferro e fibre, è un ingrediente versatile adatto a numerosi prodotti. La ricchezza della polvere di grilli consiste nell’arricchimento proteico di un’ampia gamma di alimenti quali pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, biscotti, salse, prodotti a base di patate, piatti con leguminose e verdure, pizza, prodotti da forno e molto altro.

Quali sono i vantaggi del consumo di grilli?
Sono fonte di proteine alternative
Confrontando 100 grammi di grilli con 100 grammi di carne bovina, emerge che gli insetti sono meno calorici, meno grassi e danno un apporto proteico simile a quello della carne, essendo più ricchi di ferro e di calcio; inoltre contengono anche magnesio, fosforo, selenio e zinco.
Hanno un basso impatto ambientale
L’allevamento di insetti è più sostenibile e quindi economicamente più vantaggioso rispetto agli allevamenti tradizionali, il cui mantenimento comporta alti impatti ambientali (consumo di acqua, mangime, uso di terreni, energia elettrica, emissione di gas serra) e rende insostenibile un incremento produttivo per far fronte alle esigenze nutrizionali della crescente popolazione mondiale.
Apportano vantaggi economici
Il mercato presenta ampi margini di crescita a livello globale. Si stima una forte crescita in Europa e Nord America, oltre il valore medio di mercato, giustificato anche dal fatto che gli alimenti a base di insetti in questi territori sono ancora poco conosciuti rispetto a Sud America, Africa e Asia.
Fonti
- www.salute.gov.it
- https://www.salute.gov.it/portale/alimentiParticolariIntegratori/dettaglioContenutiAlimentiParticolariIntegratori.jsp?lingua=italiano&id=987&area=Alimenti%20particolari%20e%20integratori&menu=nuovi
- https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/novel-food
- https://food.ec.europa.eu/food-safety/novel-food_en
- https://www.novelfooditalia.org/efsa-via-libera-ai-grilli-nelle-tavole-degli-europei