Un’alimentazione varia ed equilibrata fornisce tutti i principi nutritivi di cui l’organismo necessita e, associata a uno stile di vita sano, è importante per mantenere un buono stato di salute a qualunque età. Nei soggetti che hanno carenze nutritive, gli integratori alimentari svolgono la funzione di arricchire un’alimentazione non corretta.
Nonostante non siano da considerarsi sostituti dei più comuni alimenti, gli integratori costituiscono un valido supporto per il benessere dell’individuo, perchè, in base alla loro composizione, favoriscono il regolare funzionamento dell’organismo.
Molteplici sono gli apporti di nutrienti che un integratore può fornire per fronteggiare le varie carenze dell’organismo; si pensi alla necessità di integrare la vitamina D, conseguenza della scarsa esposizione al sole, il maggiore fabbisogno di vitamina C, B12 e ferro nelle ragazze adolescenti, l’intolleranza al lattosio che comporta carenza di calcio, la fragilità di capelli e unghie, il ridotto apporto di ferro, calcio e acido folico nelle donne in gravidanza o l’alterazione del ritmo sonno-veglia. Un integratore specifico, che corregga i deficit dell’organismo, rappresenta un buon punto di partenza.
E’ importante, però, ricordare che ogni integratore deve rispondere a una precisa esigenza perché nessun integratore è adatto per tutti e va usato in modo consapevole. Gli integratori non sono farmaci e, pertanto, non hanno proprietà curative; vanno assunti in piccole quantità non per lunghi periodi, secondo le dosi raccomandate indicate in etichetta.
Le fasi dalla ricetta al prodotto finito

La creazione di un integratore avviene attraverso un processo che si articola in diverse fasi, ognuna delle quali è fondamentale per garantire un prodotto di qualità:
1) Idea
Formulata l’idea di base e individuati gli ingredienti principali che si vogliono inserire nell’integratore per le loro proprietà nutrizionali, si effettua una ricerca di mercato relativa alle quantità di consumo degli integratori e alle esigenze dei consumatori, si valutano gli obiettivi che si intende raggiungere con l’integratore e la proposta del prodotto a un potenziale acquirente.
2) Produzione
Convalidata l’idea, l’azienda inizia la realizzazione dell’integratore in laboratorio. Si parte dalle materie prime da cui ottenere capsule, compresse o gocce, a cui vengono aggiunti eccipienti, utilizzati per vari scopi, come regolare la consistenza della formulazione, migliorarne il gusto, dare un aspetto lucido alle compresse, facilitarne il riempimento e fungere da supporto per i nutrienti.
3) Testing
Ottenuto il prodotto finito, si procede ad analizzarlo con vari studi per testarne la sicurezza e l’efficacia, prima dell’immissione in commercio, subordinata alla procedura di notifica al Ministero della Salute, che ne valuta la conformità alla normativa vigente.
4) Confezionamento e etichettatura
Se il prodotto è conforme alla normativa vigente, si procede al confezionamento, alla scelta del packaging e del nome commerciale, alla definizione dell’etichetta, promuovendo dapprima una piccola produzione per verificare l’indice di gradimento del consumatore e la qualità del prodotto. Se si riscontrano esiti positivi dalla prima produzione, si passa, infine, all’imballaggio e alla distribuzione in larga scala ai depositi farmaceutici.
5) Forme di vendita
Gli integratori alimentari sono generalmente venduti in confezioni di capsule, compresse masticabili, bustine, flaconcini, gocce, spray orale, caramelle gommose.

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Da qualche anno, in commercio troviamo anche integratori di ultima generazione, come le formulazioni liposomiali, di cui si apprezza il vantaggio in termini di maggiore biodisponibilità degli ingredienti attivi, che arrivano direttamente nell’organismo, superando l’ambiente acido dello stomaco e, per questo, superiori alle normali compresse che in parte tendono a disperdersi; e, inoltre, nuove formulazioni di integratori prodotti in forma di film orodispersibili, ossia strisce ultrasottili di piccole dimensioni, che si dissolvono in pochi secondi una volta poste in bocca, fornendo una rapida biodisponibilità dell’ingrediente attivo e un’ottima soluzione per chi ha difficoltà ad assumere le normali compresse.
La normativa di settore
Il settore degli integratori è regolamentato da una rigida normativa per la tutela del consumatore. La norma di riferimento a livello europeo è la direttiva CE 2002/46, recepita e attuata in Italia dal d. lgs. n. 169/2004, che, all’art. 2 li definisce:
“prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o altre sostanze aventi un effetto nutritivo e fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.
A livello nazionale, le Linee guida del Ministero della Salute sono il punto di riferimento per le aziende produttrici, perchè definiscono gli apporti massimi giornalieri di vitamine e minerali consentiti negli integratori. Esse contengono disposizioni applicabili agli integratori alimentari, per gli aspetti non armonizzati a livello europeo, e sono suddivise in:
- vitamine e minerali;
- probiotici e prebiotici, dove sono riportate specifiche disposizioni per tali sostanze ad effetto “fisiologico”;
- altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, dove sono riportate varie disposizioni per altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, diverse dai botanicals.
Il Progetto BELFRIT
Non esistendo ancora oggi a livello europeo una regolamentazione sull’impiego di sostanze diverse da vitamine e minerali, il Ministero della Salute ha disciplinato l’uso di sostanze e preparati vegetali (botanicals) negli integratori con il d.m. 09/07/2012. Successivamente, il Ministero ha aggiornato l’allegato 1 del decreto del 2012, relativo alle “Sostanze e preparati vegetali ammessi”, con l’allegato 1.bis del decreto dirigenziale del 27/03/2014, contenente il cd. Progetto BELFRIT.
Si tratta di un progetto di cooperazione concordato dai tre paesi promotori, Belgio, Francia e Italia, avviato nel 2011, realizzato allo scopo di adottare una disciplina comune sull’impiego di piante e derivati da utilizzare negli integratori, e definire una lista comune di sostanze vegetali ammissibili, promuovendo un processo di armonizzazione a livello europeo sull’argomento, per favorire la libera circolazione degli integratori in Europa.
L’elenco delle sostanze e preparati vegetali utilizzabili negli integratori viene costantemente aggiornato dal Ministero della Salute sulla base di nuove evidenze scientifiche.
L’iter burocratico per la commercializzazione
Per inserire in commercio gli integratori alimentari è necessario effettuare una procedura di notifica elettronica, da parte degli OSA (operatori del settore alimentare), al Ministero della Salute, che ne valuta la conformità alla normativa vigente, per garantire la sicurezza dei prodotti e la corretta informazione ai consumatori.
La procedura, da farsi per ogni singolo integratore, consiste nella compilazione di un modulo on line in cui vanno riportati i dati dell’azienda e del prodotto, i dati dell’etichetta così come verrà apposta sulla confezione, l’etichetta stessa e la ricevuta di versamento della tariffa richiesta.
L’etichetta dovrà contenere alcune informazioni indicate dal Ministero della Salute, quali:
- dicitura di “integratore alimentare”
- forma e peso delle singole unità (es. la confezione contiene 30 opercoli di 500g ciascuno)
- tipologia di preparato (estratto secco liofilizzato in polvere)
- composizione quantitativa dei componenti
- indicazione della percentuale presente nella formulazione
- percentuale della dose giornaliera raccomandata (VNR)
- modo d’uso ed eventuali avvertenze
- diciture “gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata” e “non somministrare ai bambini al di sotto dei tre anni”.
- divieto di fare riferimento a scopi curativi o comparazione con farmaci.
Dopo l’invio della notifica, il Ministero, verificata la conformità alla normativa vigente, in caso di esito positivo, inserisce l’integratore nel Registro degli Integratori del Ministero della Salute, aggiornato periodicamente, attribuendo al prodotto un codice alfanumerico. L’azienda produttrice ha facoltà di riportare in etichetta gli estremi dell’inclusione nel Registro con un frase del tipo: “Prodotto incluso nel Registro degli integratori del Ministero della salute, codice…”.
In caso di esito negativo, il Ministero informerà l’azienda produttrice rilevando le eventuali inesattezze e questa avrà trenta giorni di tempo per rispondere e adeguare il prodotto a quanto richiesto dal Ministero. Va precisato che la nuova procedura di notifica elettronica riguarda, oltre gli integratori alimentari, tutti gli “alimenti soggetti a notifica” e, quindi, gli alimenti destinati a gruppi specifici, alimenti senza glutine e per celiaci, alimenti addizionati di vitamine e minerali.
Una chiara e corretta etichetta è un requisito fondamentale per il consumatore, per far sì che egli abbia certezza di cosa sta assumendo, dal momento che l’integratore può essere utilizzato anche senza prescrizione medica.